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Trust e antiriciclaggio

Sommario:

1. Introduzione  – 2. Trust e Decreto Legislativo 21 novembre 2007, n. 231: soggetti destinatari degli obblighi – 3. Obblighi [3.1. Obblighi di adeguata verifica della clientela; 3.2.Obblighi di registrazione; 3.3. Obblighi di segnalazione sospette] – 4. Sanzioni – 5.Conclusioni.

1. Introduzione

L’evoluzione della normativa in materia di lotta antiriciclaggio ha coinvolto, in distinti passaggi, anche il poliedrico istituto del trust, la cui istituzione e gestione rientrano ora a pieno titolo nel novero delle attività che richiedono l’applicazione della citata normativa.

Il fulcro delle disposizioni antiriciclaggio deve essere individuato a livello di legislazione comunitaria. Il primo passaggio in tal senso è stato segnato dalla direttiva 2001/97/CE, detta anche II Direttiva, che ha regolato gli obblighi posti a carico dei professionisti. Il quadro delineato dalla II Direttiva è stato poi completato dalla direttiva 2005/60/CE, III Direttiva, la quale ha recepito altresì i lavori del GAFI [1].

In linea con l’evoluzione comunitaria, anche la normativa interna ha subito numerose modifiche. Rilevano in particolar modo il decreto di attuazione della II Direttiva, d.lgs. 20 febbraio 2004, n. 56 e i relativi Regolamenti di attuazione di cui al D.M. 3 febbraio 2006, n. 141, 142 e 143; le disposizioni applicative dell’Ufficio Italiano Cambi assunte con provvedimento 24 febbraio 2006; il D.M. 25 maggio 2007, n. 109 che ha esteso gi adempimenti antiriciclaggio ai professionisti non iscritti all’albo e, infine,  il decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231 (qui di seguito Decreto), attraverso il quale il legislatore italiano ha recepito la III Direttiva.

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