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Dalla sentenza n. 119/2010 della Corte Costituzionale alla conversione in legge del decreto “sblocca reti”: brevi riflessioni per gli operatori del settore fotovoltaico.

Sommario:

1. Rapporti tra la sentenza n. 119 del 2010 della Corte Costituzionale e l’art. 1 – quater della legge 13 agosto 2010 n. 129 (conversione del decreto “sblocca – reti”) – 2. Difficoltà interpretative della legge 13 agosto 2010 n. 129 (conversione del decreto “sblocca – reti”): l’articolo 1 – quater – 3. Riflessioni degli autori.


1. Rapporti tra la sentenza n. 119 del 2010 della Corte Costituzionale e l’art. 1 – quater della legge 13 agosto 2010 n. 129 (conversione del decreto “sblocca – reti”).

Con l’art. 1 – quater della legge 13 agosto 2010 n. 129, il Legislatore ha deciso di far salvi gli effetti di talune procedure in D.I.A. (Denuncia di Inizio Attività) avviate per la realizzazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Esempi ne sono le procedure in D.I.A. che risultano avviate in conformità a disposizioni normative di carattere regionale come la legge n. 1 del 19 febbraio e la legge n. 31 del 21 ottobre 2008, entrambe emanate dalla regione Puglia. Con queste leggi, il Legislatore Regionale aveva indicato soglie superiori a quelle di cui alla tabella A del decreto legislativo 29 dicembre 2003 n. 387 che prevede l’utilizzo della procedura in D. I. A. per quegli impianti con potenza elettrica nominale massima di 20 KW. Lo stesso decreto legislativo 29 dicembre 2003 n. 387 all’art. 12 prevede che soglie maggiori possano essere individuate solo con decreto del Ministero dello Sviluppo Economico, di concerto con il Ministero dell’Ambiente. L’indirizzo del Legislatore Regionale appena precisato è stato quindi impugnato innanzi alla Corte Costituzionale, la quale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della norma regionale oggetto dell’impugnativa (la legge n. 31 del 21 ottobre 2008) per contrasto con l’art. 12 del decreto legislativo 29 dicembre 2003 n. 387.

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