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Associazioni e trasformazione eterogenea

Sommario:

1. Da società di capitali ad associazione – 2. L’associazione non riconosciuta – 3. I limiti alla trasformazione – 4. Il procedimento ed il diritto di recesso – 5. Da associazione a società di capitali

1. Da società di capitali ad associazione

Il presente studio analizza il “passaggio” da uno schema societario ad un modello associativo e viceversa.

Le operazioni di transizione e di modificazione dei criteri d’imputazione del patrimonio autonomo e delle attività che si svolgono per mezzo di questo, non sono attuabili nel quadro degli artt. 2500 septìes et 2500 octies, c.c., se non là dove un’impresa preesista e continui; al fine di consentirne la prosecuzione senza soluzione di continuità giuridica si ipotizza che la fattispecie in esame possa trovare fondamento sia laddove l’esercizio dell’impresa sia necessariamente strumentale al conseguimento dello scopo ideale , sia laddove lo stesso rappresenti solo una possibile forma di finanziamento delle finalità istituzionali.

Sembra opinabile la necessità sistematica di elevare il requisito della permanenza dell’imprenditorialità dell’attività a limite anche della trasformabilità eterogenea; risulta maggiormente coerente con le finalità dell’istituto consentire una riorganizzazione dell’attività anche in ragione delle mutate caratteristiche del patrimonio, in coerenza con gli scopi tipici dello schema legale che si intende adottare.

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